in viaggio per un sogno., vi conviene non entrare.

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sparksfly;
view post Posted on 7/8/2012, 13:27




Ok, io diciamo che scrivo molto. Molto, ma molto! Solo che più che altro scrivo cose senza senso! Ora, se a voi piace leggere cazzate realistiche, benvenuti:)

CHAPTER 1 – GAME.
“Perfetto, ora ognuno scriva una domanda da bollino rosso su un pezzo di carta, li mettiamo tutti insieme e poi si pesca a turno, chi pesca deve rispondere senza se e senza ma a quello che c'è scritto. Chiaro, ragazzi?”
“Mi rispieghi in che modo questo può aiutare a conoscerci meglio?”
“Ok, allora... dimmi qualcosa da maniaco e ti dirò chi sei.” disse l'animatore.
Mi limitai ad un sorriso in risposta a quella spiegazione che continuavo a ritenere assolutamente stupida e inutile. Cioè, come avrebbe potuto aiutare a conoscerci parlare di sesso, di eccitazione, di cose private? Ma alla fine decisi di 'sbattermene letteralmente i coglioni' (ero già entrata in modalità volgare), ero in vacanza e chi se ne importava?, non avrei più rivisto tutte quelle persone. Anche se alcune non avrei disdegnato a rivederle, a dirla tutta.
Ero in crociera. La mia prima fottuta crociera. La mia prima fottuta crociera in giro per il mediterraneo! Ero in estasi. Conoscevo quei ragazzi da appena un giorno e ancora stentavo a ricordarne i nomi. Eravamo in 20 più o meno, 20 adolescenti in una nave con 4000 persone a bordo! Sembra impossibile vero?
“Oddio, tu che scrivi?” mi fece una ragazza seduta vicino a me, eravamo tutti seduti a cerchio in uno spiazzo all'ombra, ma c'erano 40 gradi lo stesso purtroppo.
“Credo che mi limiterò ad un patetico 'come ti ecciti?'. Tu invece?” feci io di rimando, sinceramente sorridente dopo tanto tempo.
“Non ne ho idea, credi che se scrivo 'ti masturbi?' passo da troia?” mi pare che si chiamasse Silvia. Era bionda con gli occhi color nocciola, qualche centimetro più alta di me.
“No ma figurati, puoi sempre dire che non l'hai scritto tu!” dissi mettendomi a ridere come una bambina di sei anni che sente dire la parola culo.
Lei in risposta rise, era bello che ci fosse qualcuno di simpatico nel gruppo, lei era la prima che si era presentata il giorno prima.
Dopo che tutti ebbero scritto qualcosa, mischiarono i fogliettini e passarono il cesto in cui li avevano sistemati. Il primo a pescare fu un ragazzo biondo all'apparenza timido, ma se stava giocando con noi dubitavo fortemente della sua timidezza.
“Ti piace di più stare sopra o sotto?” lesse ad alta voce e mi scese un colpo anche se non dovevo rispondere io. Se tutte le domande fossero state a tema 'sesso' sarei stata fottuta! Io ero vergine! Verginissima!
Tutti si misero a ridere e per poco non chiesi ad alta voce se ci trovavamo alle elementari o all'asilo!
“Direi sopra.” rispose il biondino con noncuranza, come se gli avessero chiesto quanto faceva 2+2.
Passarono il cesto ad una ragazza che credo avesse la mia età, ma sembrava quasi una ventenne.
“Ti piace prenderla da dietro?” lesse anche lei ad alta voce.
In quel momento mi scese un altro colpo ed evitai di sgranare gli occhi per non fare la figura di una che non ha mai visto niente. La ragazza al mio fianco, Silvia, mi lanciò uno sguardo come a dire 'ma che cazzo?'.
“A questo punto non ti prenderanno assolutamente come troia no?” le sussurrai all'orecchio trattenendo una risata. Lei mi guardò sorridendo, e il suo sorriso era tutto un programma!
“Beh... dipende dalla situazione.” rispose la ragazza accentuando l'ultima parola con il mimare delle virgolette.
A quel punto non potei effettivamente evitare di sgranare gli occhi, e qualcuno sfortunatamente mi vide. Era un ragazzo moro, occhi neri, abbronzato tanto quanto me (e ce ne vuole, vi assicuro)... poteva essere solo italiano, del sud forse, o spagnolo. Mi lanciò un'occhiata divertita e io guardai da un'altra parte fingendo di non aver visto. Ancora un turno e poi sarebbe toccato a me.
“Ti masturbi?” lesse la ragazza che era di fianco a me, dall'altra parte, e io e Silvia ci guardammo con la coda dell'occhio.
“No.” si affrettò a chiudere il discorso la tipa, passandomi il cesto dei bigliettini come fosse una bomba pronta ad esplodere. Pregai mentalmente di non pescare qualche domanda che mi avrebbe messo in imbarazzo.
“Come ti ecciti?” lessi poi un po' sorpresa. Dopo alcune risatine sommesse tutti mi guardarono, si aspettavano un risposta ma io non avevo minimamente pensato a cosa rispondere! Insomma, quante probabilità c'erano che pescassi io quella domanda?
“Ma non vale, questa l'ho scritta io!” obiettai tenendo un tono noncurante.
A quel punto il ragazzo moro che prima mi aveva guardato si intromise:
“Si, ma ormai hai pescato. Rispondi! Cosa ti eccita?” ghignò.
Giuro, l'avrei ucciso seduta stante, avrei preso una scarpa, un estintore, un martello, qualunque cosa, ma l'avrei ammazzato! Presa da un impeto di rabbia quasi sbottai: “Di certo non tu.” secca, fredda. Grazie a dio non ero una che arrossiva altrimenti avrebbero tranquillamente potuto scambiarmi per un pomodoro. Tutti scoppiarono a ridere compresa Silvia, tutti tranne lui che aveva una faccia sorpresa e incazzata allo stesso tempo.
“Non hai ancora risposto.” disse solo, poi.
Io mi stavo scervellando su cosa rispondere, ero sicura che si potesse vedere il fumo uscire dalla mia testa. Mi guardai intorno controllando che tutti i ragazzi portassero un costume a pantoloncino poi abbozzai: “Mi eccitano i costumi a slip.”
Non sembrava soddisfatto della mia risposta ma dovette stare zitto, suo malgrado. Gli sorrisi con una punta di malizia e poi passai il cesto a Silvia, interrompendo il contatto visivo.
“Sei vergine? Se no, racconta la tua prima volta.” lesse Silvia palesemente nel panico. Quindi non ero l'unica ad avere ancora la vagina inviolata? Lei tossicchiò un po' e poi iniziò a parlare:
“Nella palestra della scuola, in un'ora buca.”
“In mezzo alla palestra?” chiese un tipo che ancora non avevo visto.
“No, negli spogliatoi.” rispose lei quasi a monosillabi sperando che la tortura finisse presto.
“Raccontaci com'era!” intervenne la tipa che la prendeva da dietro.
“Alto, biondo, occhi verde scuro, un anno più di me.”
“E ti è piaciuto?” chiesero ancora, e quando vidi che lei no rispondeva le diedi una piccola gomitata sulle costole, tanto che lei si 'risvegliò'.
“Certo, me lo ricorderò per tutta la vita!” disse recuperando un po' di malizia nel tono della voce, poi passò il cesto al suo fianco e mi guardò ridendo.
Mi sentii triste in quel momento, perchè io ero ancora vergine. E non per scelta, certamente. Non avevo ancora trovato qualcuno con cui condividere una cosa così importante come il sesso, e questo mi rendeva ingenua. Volevo atteggiarmi da donna vissuta, volevo credere di poter fare qualsiasi cosa. Pensavo di riuscire a nascondere le mie insicurezze dietro una battuta maliziosa, dietro uno sguardo che lasciava intendere molto, forse troppo. Ma mi sbagliavo! Quello era uno di quei momenti in cui avrei voluto isolarmi dall'esterno e pensare quali erano le cose a cui dare importanza, ne valeva davvero la pena fingermi senza paure? Qualunque fosse la risposta non ebbi neanche il tempo di pensarci che Silvia attirò la mia attenzione con uno schiocco di dita, ero il turno del tipo moro.
“Domanda bonus. Aspetta, domanda bonus?” lesse con tono interrogativo.
“Esatto! Hai beccato l'unico pezzo di carta che ti permette di fare una domanda a qualcun altro!!” disse con fin troppa esuberanza l'animatore (ci avrei scommesso il culo che era stato lui a scrivere una cosa del genere) e quando ebbe finito di parlare gli occhi del tipo che odiavo si illuminarono e si girò verso di me. Iniziai a pregare, cosa strana dato che io non credo in dio, che non mi chiedesse qualcosa di impossibile. Già ero scappata alla figura di merda una volta, ma due... mi si chiedeva troppo.
“Voglio chiedere a lei.” disse e mi indicò come se la situazione non fosse già abbastanza chiara. Tutti si girarono verso di me, ancora.
“L'atmosfera si fa caliente! Evitate di saltarvi addosso però!” disse qualcuno di cui ignorai l'identità.
“Ho già detto che non è il mio tipo, per nulla.” dissi tutto d'un fiato, poi mi maledissi mentalmente. Avevo frainteso il senso della frase, porco giuda. Quel qualcuno (avrei ucciso anche lui) intendeva di non picchiarci. E ora tutti pensavano che io fossi una stupida. Lui si mise a ridere, si divertiva.
“Chi disprezza compra.” ne uscì fuori l'animatore con un'altra frase da poeta mancato, sarebbe stato meglio tacere.
“Quante storie hai avuto?” mi chiese il tipo zittendo tutti d'un colpo.
Con tutte le cose assurde che avrebbe potuto chiedermi mi chiedeva quante storie avevo avuto? Stava forse scherzando?
“Di che tipo?” chiesi io senza neanche riconoscere il suono della mia voce, era come se non stessi parlando io, come se il mio corpo fosse posseduto da una me più decisa e sfacciata.
“Di ogni tipo.” disse lui. Ah, ecco dov'era il tranello! Voleva investigare sulla mia vita privata, ma io neanche sapevo come si chiamava.
“Quattro ufficiali, di cui due importanti.” dissi con un sorriso velato, che non aveva senso per giunta.
“E quante non ufficiali?” mi fece poi, proprio quello che volevo.
“Avevi solo una domanda, l'hai già usata.” dissi io con un sorriso sincero, per una volta. Avevo fatto il mio gioco.
“Ma non vale così!” disse lui e si girò verso l'animatore che si schierò dalla mia parte e pronunciò un banale “Ha ragione.” trattenendo la risata.
“Rimarrai col dubbio, mi spiace.” chiusi io il discorso.
Giulia 1, Sconosciuto 0. Tecnicamente avrei dovuto iniziare a contare il punteggio da prima, ma mi piaceva essere in testa.
Il gioco finì dopo altri pochi turni. Ci alzammo tutti in piedi e ci dissero di andare a cena perchè dopo ci saremmo ritrovati sul ponte 5 per andare a vedere uno spettacolo, ci dissero che servivano mani giovani dietro le quinte.
“A che gioco stai giocando?” mi sentii dire alle spalle.
Quando mi girai mi vidi il bel moretto che mi guardava con espressione tra il divertito e l'autoritario, mi stava prendendo in giro?
“Io non sto giocando!” risposi un po' indispettita, forse risultai anche un po' snob, fortuna che li nessuno mi conosceva.
“Ah no? Beh allora neanche io.” disse.
“Bene.”
“Bene.”
Feci per girarmi e andare a prepararmi per la cena, avevo in mente di mettermi quel bel vestitino bianco comprato apposta.
“Aspetta.” mi bloccò lui così lo guardai di nuovo, aveva... gli occhi profondi.
“Si?”
“Ehm...” sembrava indeciso su cosa dire, come quando io ad un'interrogazione mi invento qualcosa dire pur di parlare.
Lo guardai per spronarlo, avevo da fare.
“Ci sei stasera a quello cosa dello spettacolo?” tutto qui? Mi aspettavo qualcosa di più importante sinceramente.
“Si, credo.” dissi velocemente. Non sapendo come salutarlo sorrisi e feci un cenno con la mano.
Lui rispose allo stesso modo, così mi girai per tornare in cabina a prepararmi ma lui iniziò a seguirmi.
Mi girai e vidi che rideva e mi seguiva. Pensava forse di essere invisibile? Avrei tanto voluto dirgli che lo vedevo, che non era uno dei fantastici 4!! Continuai a comminare facendo finta di niente.
“Non ti sto seguendo e no, non sono un maniaco.” lo sentii dire ridendo.
“No? A me sembra tanto di si.” feci io sarcastica all'ennesima potenza.
“Alloggiamo allo stesso piano, per la cronaca.”
“Secondo piano, sezione c?” chiesi girandomi per guardarlo in faccia.
“No, ma grazie dell'informazione, ci vediamo dopo!” mi fece un occhiolino e poi si girò dall'altra parte andandosene e lasciando me come una deficiente in mezzo al ponte 5. Se possibile, ora avevo ancora di più l'istinto omicida, l'avrei seriamente ammazzato se non fosse stato per tutti quei testimoni.
Memorizzai più che potevo la strada dalla mia cabina sino al ponte 5 per non perdermi, quella nave era più grande di una città.
Rientrai in cabina e iniziai a prepararmi per scendere a cena coi miei chiedendomi a cosa gli servisse sapere dove alloggiavo e se non fosse davvero un maniaco. Una cosa però la sapevo, dovevo essere perfetta per quella sera.
 
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Chìara‚
view post Posted on 24/8/2012, 20:12




Mi piace un casino questo primo capitolo!
Perché non continui? Sono curiosa adesso ♥
Ah, sai che sei davvero brava a scrivere?! :3
 
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sparksfly;
view post Posted on 25/8/2012, 13:44




Ma grazie, davvero! Ho già il capitolo due e anche se hai letto solo tu credo che lo posterò proprio ora, sisi:3

CHAPTER 2 – WHAT'S YOUR NAME?
“Allora?”
“Allora cosa?”
“Come allora cosa? Come sto?”
“Stai da dio tesoro.”
Mia madre non poteva risultare più falsa con quel complimento, ma chi se ne fregava. In quel momento pensavo solo a ricordarmi dove fosse il ponte 5, dovevo arrivare in orario all'appuntamento con tutti gli altri. Così salutai velocemente i miei genitori che erano stranamente comprensivi in questi giorni, pensai fosse merito della sauna e dell'idromassaggio.
Appena uscii dal ristorante e svoltai l'angolo qualcuno mi bloccò il braccio, mi spaventai così tanto che non riuscii ad urlare e tirai fuori dalla borsa il deodorante intenzionata ad usarlo a mo di spray al peperoncino (forse avevo visto troppi film americani!), così lo usai contro il mio presunto aggressore.
“Ma che cazzo fai?!” mi urlò di tutta risposta... il tipo moretto.
“Ma che cazzo fai tu!” urlai io a mia volta, liberandomi il braccio.
Lui non si toglieva le mani dagli occhi, forse avevo leggermente esagerato.
“Oddio, ma ti fanno male gli occhi? Dimmi che non sei diventato cieco.” dissi, e quella fu la cosa più dolce che mi venne in mente in quel momento.
“Nivea?” mi disse lui e sul momento non capii.
“Cosa?”
“Il deodorante, è Nivea?” puntualizzò lui.
“Oh, si ma... come fai a saperlo?”
“Mia sorella ce l'ha uguale.” disse lui tra i colpi di tosse e mi sorpresi che in quel momento la cosa più preoccupante per lui fosse la marca del deodorante. Beh, almeno ora aveva la bocca profumata, no? Quindi ora sapevo che aveva una sorella, ma non avevo ancora capito come si chiamasse.
“Ti... porto un po' d'acqua!” dissi e corsi a chiedere un bicchiere d'acqua al bar. Tornai dopo qualche minuto e gli dissi di sciacquarsi la faccia al più presto.
“Come va?” gli chiesi dopo un po'.
“Ti vedo ancora.”
“Credo che sia una cosa positiva.”
“Forse.” mi disse a occhi socchiusi, ora ce li aveva così rossi che sembrava un drogato di prima categoria.
“Io non l'ho fatta apposta, comunque.” cercai di scusarmi in modo perverso.
“No, infatti hai un deodorante posseduto!” mi rispose lui ridendo per sdrammatizzare, e mio malgrado mi misi a ridere anche io.
“Credo che siamo in ritardo a questo punto.” abbozzai.
“Allora muoviti.” mi fece lui con una tranquillità disarmante, come se non gli avessi appena spruzzato addosso il deodorante.
“Muoviti cosa?” chiesi imitandolo e alzandomi in piedi.
“Corri!!” mi disse lui prendendomi per mano e iniziando a correre in una direzione a me sconosciuta.
“Dove stiamo andando?” domandai col fiatone, manco fossi una fumatrice incallita, ero proprio in cattiva forma!
“Come dove? All'appuntamento con tutti gli altri.” mi rispose lui allentando il passo. Mi sentivo tipo Rose, solo che lui era un Jack un po' più alto e... scuro.
“Ma da dove stai passando?”
“Per una scorciatoia, conosco questa nave meglio di quanto tu immagini.” disse.
Ero stata così impegnata a salvargli la vista che neanche avevo guardato come era vestito. Aveva dei jeans neri al ginocchio, con delle scarpe nere che erano un misto tra l'elegante e lo sportivo. E poi una maglietta che staccava, bianca con dei dettagli neri, era piuttosto aderente e lasciava intravedere il petto e i relativi pettorali, che la mattina non avevo notato.
“Puoi rallentare? È piuttosto complicato correre coi tacchi, sai?!?” sbottai ad un certo punto.
“Beh, siamo arrivati, tranquilla!” si fermò di colpo, tanto che quasi non caddi per terra, ma quello non era un problema grave al momento.
Siccome stavamo correndo, lui era un po' sudato e puzzava di deodorante, mentre io avevo i capelli spettinati, capelli che avevo messo quasi 2 ore a preparare. Ora, io e lui sapevamo che eravamo in quelle condizioni per la corsa, ma... gli altri no. Per gli altri che guardavano sembravamo appena usciti da un mega orgione. Che situazione imbarazzante.
Intravidi Silvia tra il gruppo, anche lei aveva un vestitino, nero, molto carino, e anche lei portava i tacchi. Mi guardò con aria interrogativa, praticamente ridendomi in faccia. Le feci segno che le avrei spiegato tutto più tardi, prima dovevo riprendere fiato.
Il tipo moretto (cazzo, ancora non sapevo il suo nome!) disse all'animatore di entrare e aspettarci cinque minuti. Così, rimasti finalmente da soli gli chiesi:
“Mi dici come cazzo ti chiami?” con la mia solita dolcezza dei momenti opportuni.
“Non è importante ora.”
“Cosa vuol dire che non è importante ora?”
“Te lo dirò dopo! A proposito, sei uno schianto stasera.” mi disse ridendo sotto i baffi.
“Ehm, immagino che dovrei ringraziarti.”
“Andiamo.”
Mi prese per mano ancora ed entrammo dentro dove stavano preparando lo spettacolo serale, una cosa con una piscina.
C'erano già delle persone li fuori in attesa di entrare e da quello che avevo capito noi avremmo dovuto aiutare a spostare la piscina al posto giusto.
“Ehm, ragazzi... lo so che siete attratti l'uno dall'altro, l'ho capito subito stamattina. Ma non potete arrivare in ritardo, lasciate il sesso a dopo, in discoteca.” ci disse l'animatore apparentemente serio.
“C'è una serata discoteca?” chiese il moretto.
“No no no aspetta! Cioè, noi non stavamo facendo...” tentai di sistemare le cose.
“Dai, basta fingere, tanto l'ha già capito!” rispose lui lasciandomi senza parole, letteralmente.
Rimasi a bocca aperta, quasi avessi una paralisi facciale.
“Ma che...?” biascicai soltanto prima che il moretto mi trascinasse via dopo aver dato un cenno di assenso all'animatore.
“Che cazzo fai?” dissi dopo aver recuperato la parola.
“Io nulla... sei davvero davvero davvero uno schianto lo sai?” mi disse evidentemente divertito.
“Io... grazie... cioè... non cambiare discorso!” scrollai la testa cercando di mettere ordine tra i miei pensieri.
“Senti.” mi mise le mani sulle spalle “Lo so che probabilmente pensi che sono un maniaco, sul serio questa volta. Ma non è così! Se pensano che ci diamo dentro potremo arrivare in ritardo e saranno 'elastici' con noi. Oppure vuoi avere degli orari anche in vacanza? Manco fossimo a scuola!” concluse con un tono più che convincente tanto che stavo per chiudere il discorso.
“Aspetta un secondo. Come conoscevi quella scorciatoia?” chiesi.
“Oh, un... suggerimento di uno della reception.” mi disse e poi sorrise.
Ci avvicinammo al gruppo degli altri, e Silvia mi fece cenno di venire, ma quando stavo per allontanarmi dal moretto (eravamo ancora presi per mano, ma che mi stava prendendo?) lui mi chiese: “Rimani dopo per la discoteca, vero?”
Mi prese alla sprovvista e tutti quello che riuscii a fare fu annuire con la testa, come i bambini di due anni quando gli si insegna a dire 'si' e 'no'.
“Non pensavo fossi una facile! Manco lo conosci!” mi disse Silvia come prima cosa.
“No, ma non abbiamo fatto nulla! Se te lo racconto non ci credi, in pratica...”
“Ma sto scherzando! C'è una puzza di deodorante, mi devi raccontare qualcosa??” mi interruppe facendomi capire che stava solo scherzando.
“Meno male, non voglio che tu pensi che io sia una facile, ecco...” iniziai “Allora, praticamente l'ho quasi accecato col deodorante. Mi ha preso alla sprovvista, pensavo fosse un maniaco e gliel'ho spruzzato addosso, ora ha gli occhi così rossi che sembra un cocainomane!” mi misi a ridere prima di poter continuare la storia.
“Comunque è davvero carino! 50€ che stasera ci prova con te.”
“Sempre che questa storia della scorciatoia non sia una specie di corteggiamento...” sussurrai, più a me stessa che a lei.
“Scorciatoia?”
“Si, siamo passati da una strada del tutto sconosciuta per arrivare qui.”
“E... allora?”
“Come allora? Come ha fatto? Ha detto che uno della reception gliel'ha consigliata ma io non ci credo. Indagherò.” conclusi ridendo.
“Indagheremo!” aggiunse lei e poi inaspettatamente ci abbracciammo. Così, di petto. Era proprio simpatica!
Aiutammo i ragazzi a mettere la piscina nella giusta posizione, ma il lavoro duro lo fecero loro. C'era un caldo da morire, credo che fossero circa 40°.
Mancava più o meno un'ora all'inizio della serata in discoteca e lo spettacolo era nel pieno del suo splendore. Noi eravamo tutti seduti in prima e seconda fila, io avevo da una parte Silvia dall'altra il... moretto. Trovavo assurdo non sapere ancora come si chiamasse.
Ora che lo spettacolo femminile era terminato, era il momento di quello maschile, ci sarebbero stati una serie di tuffi e poi uno spettacolo all'interno di una piscina sferica tutta particolare.
“Sei eccitata?” mi sussurrò all'orecchio il moretto e sussultai al sentire la sua voce calda sulla pelle.
“Ma che dici?” mi ritrovai ancora una volta a ridere nonostante la domanda fosse piuttosto irrispettosa.
“Beh, è pieno di ragazzi in slippini!” scoppiò a ridere lui, rideva così forte che una signora da dietro gli diede un colpo per farlo smettere, senza successo.
Continuammo a ridere per tutto il resto dello spettacolo, come dei bambini. La cosa divertente e assurda allo stesso tempo è che ero davvero eccitata! Non avevo mentito, insomma... i ragazzi in slip sono sexy.
“Ok, gente. Ora c'è la serata under 18! Vi faremo divertire ragazzi! Si inizia a ballare!” la voce del presentatore fece spazio a quella del dj, un ragazzo giovane e molto simpatico che aveva l'aria di un allegrone, uno che coinvolge tutti.
Appena tutte le persone over 18 se ne furono andate dalla sala e quelli under erano tutti entrati, e dopo che i ragazzi ebbero spostato di nuovo la piscina (chissà perchè ci misero la metà del tempo), le luci si spensero e iniziò la musica ma nessuno voleva essere il primo a ballare.
Dei ragazzi che non facevano parte del nostro gruppo, probabilmente erano strafatti, diedero inizio alle 'danze' e da li tutti si scatenarono.
Una cosa che odio e che allo stesso tempo amo di me stessa è che in discoteca divento un'altra persona. Mi scateno, ballo sul cubo, flirto e poi all'ultimo mi ritiro, però mi diverto da morire! È il mio posto preferito, soprattutto perchè posso essere veramente me stessa, al 100%.
Fu così anche quella sera. Anzi, forse peggio.
Non sono una che beve, davvero. Non mi è mai piaciuto, anche perchè voglio ricordare ciò accade quando le luci si spengono, ecco. Ma, cazzo ero in vacanza!
“Sei la persona più divertente che conosco!”
“Devo prenderlo come un complimento?”
“Assolutamente!”
Durante tutta la serata ballai un po' con tutti, ma più che altro cercai di far scatenare Silvia. Io penso di essere coinvolgente, si. È un dono, credo... o almeno, lasciatemelo credere!
“Giulia, ma sei brilla?”
“No no no no no no no! Io? No no no!” ero fusa, totalmente.
Era come se fossi io, ma non fossi io. Cioè ero consapevole di tutto quello che accadeva ma non ero io a farlo, come se il mio corpo avesse preso il sopravvento. Grazie a dio c'era Silvia con me quella sera. Altrimenti credo che mi sarei sverginata nel giro di 5 fottuti minuti.
“Lo sai, se ci fosse un concorso per 'miss cubo' tu lo vinceresti!”
“Cosa? Grazie, anche tu!!” ma che cazzo stavo dicendo?
“Ehi, stanno chiudendo, è l'una e mezzo, non sarà ora di andare?” sentivo delle voci ma non capivo se fosse Silvia oppure se fossi io!!
“Si, sono stanca, voglio il mio lettino.” biascicai con la bocca impastata.
Avevo bevuto solo due... tre... ok quattro bicchieri e mezzo. L'altro mezzo me l'avevo portato via Silvia. La vidi sussurrare qualcosa all'orecchio del moretto.
“Ehi, che fai? Mi porti via il ragazzo?” dissi e poi iniziai a ridere senza motivo.
Lei per tutta risposta guardò il moretto come a dire 'te l'avevo detto.'.
“Vieni, ti porto a letto.” lui mi prese per mano (ancora, ancora, ancora) e mi trascinò fuori dove finalmente respirai a pieni polmoni.
“Ok, se i tuoi si accorgono che sei ubriaca sono cazzi.”
“Non sono ubriaca, bello!” stavo urlando come se lui fosse a 100 metri di distanza.
“Ok, ok.” sorrise e mi fece cenno di camminare.
Come faceva lui a essere sobrio? Aveva bevuto anche lui, credo. Mi stavo un po' calmando, adesso il mio tono di voce era basso, un sussurro. Se fossi rimasta altri 5 minuti la dentro mi sarei addormentata in pista. Arrivammo davanti alla mia cabina, ma lui mi spostò qualche metro più in la.
“Non voglio che ci sentano.” mi disse per spiegare.
“Io sono tanto stanca... ti voglio bene lo sai?” avrebbero dovuto abbattermi immediatamente.
“Oh, grazie tante.” sorrise lui. E poi mi si scagliò contro.
Ora, il mio cervello poverino, non ragionava più. A momenti lo assecondava, a momenti lo voleva sbattere via, quando riuscii a staccarmi dissi solo:
“È facile approfittarsi di una ubriaca vero?” ma contro ogni parola che avevo detto mi avventai di nuovo sulle sue labbra.
“Mhh... ti giuro... lo avrei fatto anche... se fossi stata... sobria.” disse fra un bacio e l'altro, in quel momento ci mancava solo Rocco Siffredi, poi avremmo potuto anche inscenare un film porno come si deve!
“Rientra in cabina, i tuoi saranno preoccupati. Fai finta di dormire. Ti fai una doccia e poi crolli a letto. Hai capito?”
“Ugh, mhh.” fu la mia risposta.
Tentai di avvicinarmi alla porta ma non mi reggevo molto in piedi, così appena prima di cadere lui mi afferrò di peso e mi porta di fronte alla cabina, direttamente.
“Mettiti questa in bocca.” mi diede una mentina, anzi mi imboccò come si fa coi neonati. Capii solo dopo che era per l'odore dell'alcool.
Prima di entrare in cabina ricordo che gli chiesi un'ultima cosa:
“Me la dici una cosa? Come ti chiami, mio eroe?” a stento riuscivo a tenere gli occhi aperti, i miei almeno si sarebbero bevuti la balla della stanchezza.
Lui si limitò a sorridermi e ad andarsene senza darmi una risposta, cominciavo a credere che non avrei mai capito come si chiamasse.
 
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Chìara‚
view post Posted on 26/8/2012, 09:44




ooh ma che carini 'sti due! Hahahahah e fanno anche morire dal ridere!
Che coppia vincente :D
Aspetto il prossimo capitolo ♥
 
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sparksfly;
view post Posted on 26/8/2012, 13:59




Grazie appena ce l'ho pronto lo posto, promesso!:)
 
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Chìara‚
view post Posted on 26/8/2012, 18:29




Ok! Allora io sarò qui ad aspettare C:
 
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5 replies since 7/8/2012, 13:27   89 views
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